“LA PECORA BIANCA” di
raffaele colazzo
...C’era una volta,
un mondo fatto di pecore nere e tutto pareva procedere nella più assoluta
tranquillità, ma un bel giorno, nacque una pecora bianca e tutto cambiò. Le
pecore nere erano abituate fino ad allora a non lamentarsi e ad obbedire, salvo
in rare occasioni nelle quali veniva loro concesso di prendersi in giro credendo
che, ad organizzare cortei e manifestazioni di sdegno fosse una loro libera
scelta. Ignare, non sapevano che, quelle esibizioni di libere rimostranze erano
anch’esse pilotate da cani pastore, agli ordini di pastori, al servizio dei
padroni. A loro pareva solo, che tutto
andasse per il verso giusto e questo era più che sufficiente.
Nel frattempo,
nell’ovile, quella anomala pecora bianca organizzò veramente la ribellione e
riuscendo a pulire un quarto dell’intero gregge, semplicemente dando loro la
possibilità di lavarsi dal lerciume che scuriva i loro velli. Diede loro la
possibilità di organizzarsi autonomamente per far fronte alle angherie e a permettergli
di scoprire che il loro colore naturale non era il nero. Nero lo era diventato,
perché sporco di immondizia e solo in rare eccezioni, naturale.
Lerci più di altri,
alcuni, esecutori di ordini dati da padroni avvolti da effluvi maleodoranti più
di ogni altra cosa conosciuta. Insinuavano
il candore con il fango, nel tentativo di ridimensionare la ribellione che
usciva fuori dalla norma. Fu allora che le pecore bianche, scoprirono che il
fango non proveniva direttamente da pecore nere, ma da maiali che impadronitisi
dell’ovile ed immersi fino alla bocca nei loro stessi escrementi. Dirigevano ex
pecore variopinte che, con cura minuziosa e anni di lavoro, avevano
condizionato alla sudditanza ed uniformato in un unico colore, in modo da rendere
visibile a distanza, ogni variazione cromatica e quindi intervenire tempestivamente,
con tutte le armi a disposizione, per sedare la ribellione.
Tutto questo accade
ai nostri giorni, è in atto un lancio di olezzante fango che tenta di
restringere quella macchia bianca, fatta di purezza e conoscenza oltre che
anelante onestà e verità, la quale disturba, con la sua presenza, l’uniformità
nera di un gregge, sottomesso, sfruttato e privato di ogni capacità di
ribellarsi.